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Sei in PozzuoliCity >> La città >> Un pò di storia

Posta al centro dell'area vulcanica dei Campi Flegrei, la città viene fondata nel 530 a.C. da profughi dell'Isola di Samo che la chiamano "Dicearchia" (città del giusto governo).

 

Nel 338 a.C. l'Impero di Roma occupa la Campania e per le numerose sorgenti di acqua termali presenti sul territorio, modifica il nome della città in "Puteoli" (piccoli pozzi).

 

Con Roma imperiale, l'antica Puteoli vive il suo massimo splendore economico e sociale, divenendo il porto commerciale di Roma, lo scalo principale della Campania ed il luogo di riposo preferito da imperatori romani e personaggi illustri, che qui costruirono, come testimoniano i numerosi resti trovati, lussuose dimore.

 

Con l'apertura del porto di Ostia ed il graduale abbassamento della zona portuale di Puteoli, causato dal bradisismo discendente, comincia il declino di Puteoli. Declino che favorisce il progressivo trasferimento degli abitanti, che abbandonano la zona portuale della città, e si rifugiano sull'altura della rocca tufacea del "Rione Terra".

 

Con il declino della romana Puteoli, la città vive un lungo periodo di degrado che dura fino al tredicesimo secolo, quando Carlo II D'Angiò dichiara Puteoli, città demaniale. La città con l'autonomia amministrativa ricevuta, abbandona il titolo di " Castrum " ed assume il titolo di " Civitas ",  conoscendo un nuovo sviluppo economico che si protrae per lungo tempo. 

 

Agli inizi del 1500 il fenomeno del bradisismo si intensifica maggiormente e durante il dominio aragonese, il 29 settembre 1538, la città è vittima di un catastrofico terremoto che distrugge l'intero villaggio di Tripergole (l'attuale area di Lucrino e dintorni) ed origina, in una sola notte, la collina di Monte Nuovo. Ciò induce gran parte della popolazione terrorizzata, ad abbandonare la città e rifugiarsi verso la vicina Napoli.

 

Grazie all'opera del vicerè spagnoloi Don Pedro de Toledo, che governa la città dal 1532 al 1553, e grazie al vescovo spagnolo Martin del Leon, che regge la diocesi puteolana, la città dopo il terribile terremoto, è completamente ricostruita e conosce un nuovo splendore.

 

Per favorire il ritorno della popolazione in città, il governatore Don Pedro de Toledo, concede agli abitanti la sospensione del pagamento di tasse e tributi. Inoltre per completare l'opera di ricostruzione della città ed abbellirla al tempo stesso, invita la nobiltà napoletana a costruire in questa città, le loro dimore. 

Egli stesso fa erigere un magnifico palazzo abbellito da una torre e un grande giardino (l'attuale Palazzo e Torre Toledo, oggi sede della Biblioteca cittadina) dove trascorre molti mesi dell’anno.

 

Durante tale periodo il vescovo Martin de Leon, fedele ai cattolici sovrani spagnoli, contribuisce alla rinascita di Pozzuoli che memore di ciò, durante la rivolta anticlericale e antispagnola di Masaniello (1647), si schiera a favore del casato spagnolo.

In virtù di tale scelta, il re spagnolo Filippo IV, concede alla città il diritto di fregiarsi del titolo di “ Fidelissima Civitas ”, così come riportato sullo Stemma di Pozzuoli. 

 

Nei secoli successivi, grazie soprattutto ai tanti siti di acque termali e grazie ai fasti legati al suo passato romano, la città diventa nel XVII secolo, meta preferita del " Gran Tour ", il lungo viaggio culturale, effettuato dalla gioventù benestante dell'aristocrazia europea. 

 

A partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, la città vive un nuovo fermento sociale che si caratterizza con l'insediamento, agli inizi del 1900, dei cantieri industriali inglesi "Armstrong" che diventano un riferimento industriale per l'intero Sud d'Italia e principale fonte di reddito, per la maggior parte delle famiglie puteolane.

 

Terminata la prima (1915-1918) e la seconda guerra mondiale (1940-1945) nei cantieri industriali Armstrong (passati sotto il controllo della Finmeccanica), la produzione bellica cede il posto alla produzione meccanica ed inizia la produzione di materiale rotabile ferroviario.

 

Ad inizio degli anni '50, altre fabbriche scelgono Pozzuoli per i loro investimenti e tra queste la "Olivetti" di Ivrea, fabbrica di macchine calcolatrici e di scrittura, che si caratterizza ben presto per le idee innovative in tema di lavoro, per salari sopra la media e per l'assistenza sociale data alle famiglie dei dipendenti.

 

Caratterizzata dal fenomeno del "bradisismo", Pozzuoli tra gli anni '70 e gli anni '80, viene duramente colpita da eventi tragici. Nel 1970, il bradisismo costringe la popolazione ad abbandonare l'area del "Rione Terra" e a trasferirsi nel nuovo quartiere, appositamente realizzato di "Toiano".

Successivamente, nel 1983, un nuovo fenomeno bradisismico, costringe oltre 30 mila abitanti a lasciare gran parte dell'area del Centro Storico cittadino e a trasferirsi nel nuovo quartiere  di "Monteruscello", costruito proprio per far fronte a questa nuova emergenza.

 

Nel corso degli ultimi trent'anni, la città cambia ancora. A far data dagli anni 90, gli insediamenti industriali, che per decenni avevano rappresentato l'economia della città, cominciano a ridimensionarsi o a cessare del tutto l'attività, lasciando spazio a nuove forme imprenditoriali più vicine al turismo ed al terziario.

 

Oggi ad inizio 2020, esaurita da quasi dieci anni la propria fase industriale, la città prosegue la sua l'azione di marketing e promozione del territorio, puntando più decisamente sulla valorizzazione del proprio patrimonio archeologico e paesaggistico, sulla riqualificazione del lungomare, sulla riconversione del porto commerciale in porto turistico.

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