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Pozzolana
"Pulvis puteolanus", (polvere di Puteoli) è il nome esatto che identifica la cosiddetta "Pozzolana" di Pozzuoli, presente nella costruzione di molte abitazioni di Pozzuoli e dei Campi Flegrei.
L'uso della pozzolana è databile a circa due millenni addietro, usata dai popoli osci-italici ancora prima dei Romani.
La pozzolana veniva usata in associazione con la calce e la sabbia, dando così origine al primo legante idraulico, in grado di fare presa anche sott'acqua e di durata straordinariamente lunga.
Difatti è poprio la caratteristica idraulica che ha reso così popolare la pozzolana durante l’impero romano. Grandi opere come i bacini artificiali, i ponti e i moli portuali (le "pilae", ossia i piloni, del Porto Julius e Molo Caligoliano ne sono una testimonianza) e anche le cupole più famose (come quella del Pantheon a Roma) furono realizzati proprio grazie a questo tipo di materiale.
Questa tecnica andò perduta con la fine dell'impero romano, ma tornò in auge verso l'anno mille d.C., grazie ai frati benedettini che ne riscoprirono l'uso per la ricostruzione delle Chiese.
Nel Rinascimento l'uso della pozzolana venne pienamente reintrodotto nelle costruzioni edili e la "pozzolana" fu utilizzata fino ai primi anni dopo la seconda guerra mondiale, quando cominciò ad entrare nell'uso comune il cemento pozzolanico industriale, prodotto in larga scala.
Oggi a distanza di secoli, la pozzolana di Pozzuoli è ancora largamente usata sia per le applicazioni costruttive (nei conglomerati cementizi), sia per le applicazioni decorative (in associazione allo stucco).